
Tempo lettura: 2’ se leggi parti in grassetto
Di seguito riporto il testo di una lettera aperta ai giornali trentini che il 22 agosto 2022 io, il rappresentante di un’associazione animalista e due politici locali, abbiamo inviato al Presidente del Museo delle Scienze della Provincia autonoma di Trento (Stefano Zecchi) per denunciare il fatto che il MuSe collaborava con i cacciatori partecipando a “giornate formative” rivolte a bambini dai 3 ai 14 anni e organizzate appunto dai cacciatori con il presumibile scopo di avvicinare i bambini alla caccia.
Nel testo della lettera, vengono esposte in dettaglio tutte le motivazioni dell’assoluta inopportunità che personale di un ente pubblico, pagato con soldi pubblici, partecipi ad iniziative volte ad avvicinare i bambini a persone che uccidono per divertimento, riconoscendo a questi individui addirittura il ruolo di educatori per bambini. Inutile poi stupirsi e scandalizzarsi ad ogni episodio di violenza su donne e bambini se poi le istituzioni, invece di insegnare ai ragazzi il rispetto per tutte le forme di vita e l’empatia nei confronti dei più deboli, non solo collaborano con chi si diverte ad ammazzare animali indifesi ma ne validano anche la credibilità agli occhi dei bambini, elevandoli addirittura al ruolo di educatori.
La lettera è stata inviata a ben undici giornali trentini ma nessuno, ad eccezione di “L’Opinione”, ha mai pubblicato nulla e la notizia è stata accuratamente insabbiata da tutta la stampa trentina, presumibilmente per non mettere in imbarazzo i politici locali che continuano ad appoggiare la caccia e i cacciatori, finanziandoli con abbondanti flussi di denaro pubblico.
Ma bando alle ciance… eccovi il testo della lettera:
Egregio Presidente,
le scriviamo questa lettera aperta, che quindi abbiamo inviato anche alla stampa locale, perché ci siamo casualmente imbattuti nel volantino allegato, dal quale sembrerebbe che il MUSE abbia partecipato ad una “giornata formativa” organizzata da alcune associazioni di cacciatori.
Francamente le confessiamo che quando abbiamo visto il logo del MUSE affiancato a quelli delle associazioni di cacciatori siamo rimasti senza parole.
Infatti le facciamo presente che i cacciatori sono individui che uccidono per sport, nella totale indifferenza per la sofferenza che causano.
Non crede, egregio Presidente, che anche il semplice affiancamento del logo del MUSE a quello delle associazioni che raggruppano questi individui sia quantomeno inopportuno?
Le ricordiamo infatti, caro Presidente, che la posizione ufficiale della scienza sugli animali è che questi sono esseri senzienti, ovvero esseri viventi in grado di sentire dolore esattamente come lo sentiamo noi umani.
Inoltre gli etologi, ormai da decenni, hanno dimostrato chiaramente e senza ombra di dubbio, che almeno mammiferi ed uccelli sono in grado di formulare pensieri e provare emozioni e sentimenti analoghi a quelli della nostra specie; in particolare le emozioni, i sentimenti ed i pensieri degli animali sono tanto più simili a quelli umani, quanto più si sale lungo la scala evolutiva.
Mammiferi evoluti come caprioli, cervi e camosci provano emozioni, istinti e sentimenti già molto complessi e raffinati, come ad esempio l’amore materno verso il cucciolo ed è quindi evidente che quando, ad esempio, i cacciatori uccidono il piccolo di cervo di fronte alla madre (oltre alla sofferenza fisica che infliggono al piccolo) provocano in essa una sofferenza emotiva immaginabile alla vista di un figlio agonizzante.
Già nel lontano 1980 Konrad Lorenz, il grande zoologo ed etologo austriaco, considerato il padre dell'etologia scientifica moderna e premio Nobel per la medicina e la fisiologia, affermò che "chiunque conosca intimamente un mammifero superiore, come un cane o una scimmia, e non si convince che tale essere ha sentimenti simili ai suoi, è psichicamente anormale".
I cacciatori sono convinti che gli animali si limitino a “funzionare” in modo meccanico agendo solo per istinto e che non provino alcun tipo di emozione o sentimento; alcuni di loro sono addirittura convinti che gli animali non provino alcuna forma di dolore.
E’ quindi ragionevole ipotizzare che anche le associazioni di cacciatori si adoperino, in via più o meno esplicita, a propagandare queste ideologie retrograde e totalmente in contrasto con le attuali conoscenze scientifiche. Infatti come lei saprà certamente, caro Presidente, questa è la visione degli animali ipotizzata da Cartesio nel diciassettesimo secolo ossia circa 400 anni or sono.
Non crede quindi, caro Presidente, che un Museo di Scienze naturali, il cui ruolo istituzionale dovrebbe essere quello di diffondere le attuali conoscenze scientifiche, dovrebbe prendere le distanze da chi è rimasto fermo a concetti filosofici risalenti a circa 400 anni or sono e diffonde una “cultura” retrograda, oscurantista ed in totale contrasto con le moderne conoscenze scientifiche?
Capirà quindi, caro Presidente, lo sdegno che possono provare persone che credono fermamente nella cultura e nella conoscenza scientifica nel vedere il logo di un Museo di Scienze affiancato a quello delle associazioni di cacciatori che operano invece in direzione opposta, proponendo una visione medioevale degli animali che vengono considerati come semplici “frutti della terra” incapaci di provare dolore, pensieri, sentimenti ed emozioni.
Se effettivamente è vero che gli operatori del MUSE hanno partecipato a questa “giornata formativa” organizzata dai cacciatori, viene da chiedersi quale sarà la prossima attività del MUSE; a questo punto perché non patrocinare un convegno di terrapiattisti?
Tutto quanto fin ora detto riguarda l’inopportunità che un Museo di Scienze partecipi a manifestazioni organizzate da chi propaganda concetti contrari alle attuali conoscenze scientifiche, ma vi è poi un secondo aspetto, a nostro giudizio ancora più grave, relativamente a questa collaborazione tra MUSE e cacciatori e riguarda il fatto che questa “giornata formativa” era rivolta a bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni, che si trovano in un’età molto delicata in cui sono completamente indifesi di fronte a qualsiasi operazione di indottrinamento.
Secondo lei, caro Presidente, nel corso di queste “giornate formative” organizzate dai cacciatori per i bambini, verranno insegnate le moderne evidenze scientifiche che hanno stabilito che cervi, caprioli e camosci provano emozioni, pensieri e sentimenti, oppure verrà spiegato ai bambini quanto sia importante la provvidenziale attività di prelievo venatorio espletata a titolo di volontariato dal buon cacciatore, unico difensore della natura e premuroso custode della fauna selvatica?
Non crede, caro Presidente, che la partecipazione del MUSE ad una manifestazione in cui individui che uccidono per sport vengono elevati al rango di insegnanti ed espletano “attività formative” su bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni sia del tutto fuori luogo? Non crede che invece di insegnare ai bambini la violenza gratuita sugli animali, sarebbe più opportuno insegnare loro il rispetto per le altre forme di vita, con particolare riguardo a quelle animali?
Mahatma Gandhi, personaggio di indiscussa levatura morale ed intellettuale, cinque volte nominato per il premio Nobel per la pace, affermò che “la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”.
Non crede, caro Presidente, che sarebbe più opportuno che soggetti con ruoli istituzionali, come il Museo da lei presieduto, si ispirassero agli insegnamenti provenienti da uomini di questo calibro piuttosto che stringere collaborazioni con chi trova divertente uccidere animali indifesi?
Non crede che tutti noi dovremmo ispirarci a queste parole ed adoperarci per far progredire la nostra società verso più alti livelli di civiltà e che quindi tutti noi dovremmo sentire un “dovere morale” a diffondere idee di rispetto e di tutela verso gli altri animali?
E quindi, caro Presidente, non crede che chi ricopre un ruolo istituzionale importante come quello di un Museo di scienze, dovrebbe prendere le distanze da chi ritiene che sia lecito uccidere un piccolo di cervo di fronte alla madre solo perché questa attività lo appassiona?
Egregio Presidente, la partecipazione degli operatori del MUSE a questa “giornata formativa” di presunto indottrinamento sui bambini ad opera dei cacciatori ha legittimato il ruolo educativo del cacciatore agli occhi dei bambini che, in quanto tali, non hanno la capacità di comprendere che un cacciatore, alla fine, rimane sempre un individuo che uccide per sport.
Affiancando l’immagine del MUSE alle attività dei cacciatori a nostro giudizio, lei ne ha, seppur indirettamente, condiviso la mentalità, la cultura e come se non bastasse, tutto questo è stato fatto utilizzando soldi pubblici ovvero soldi provenienti dalle tasche di persone che, come noi, odiano la violenza gratuita e credono nella scienza, nella cultura e soprattutto, nel rispetto delle altre forme di vita.
Alla luce di quanto sopra, egregio Presidente, le chiediamo di rispondere pubblicamente alla presente, tramite lettera aperta ai giornali, chiarendo a tutti i contribuenti, che di fatto pagano le attività svolte dal MUSE, se gli operatori del Museo di scienze della Provincia autonoma di Trento abbiano o meno partecipato alla giornata di presunto indottrinamento sui bambini organizzata dai cacciatori.
La invitiamo inoltre a chiarire pubblicamente la sua posizione rispetto alla caccia, ai cacciatori e alla “cultura” che essi rappresentano.
Francamente speriamo ancora che il logo del MUSE sia finito su quei volantini per sbaglio, che nessun collaboratore del MUSE abbia mai partecipato alle presunte attività di propaganda sui bambini organizzate dai cacciatori e che lei non c’entri nulla con questa imbarazzante vicenda ma se così non fosse, la invitiamo cordialmente a rassegnare quanto prima le sue dimissioni, assieme al suo consiglio di amministrazione, lasciando la direzione del MUSE a chi abbia intenzione di adoperarsi per diffondere la cultura scientifica ed il rispetto per le altre forme di vita.
ing. Nicola Paoli
avv. Gloria Canestrini (Rinascita Rovereto)
dott. Filippo Degasperi (Onda)
rag. Adriano Pellegrini (pres.te PAN-E. P. P. A. A.)